Grande successo ha avuto la sfilata vintage, che l’Auser volontariato di Forlì ha organizzato lo scorso 7 novembre, presso il Circolo Democratico cittadino. Prescelti: gli anni ’50, ’60, ’70 del ’900.
La serata ha richiesto una minuziosa preparazione. In primo luogo sono stati raccolti gli abiti e la biancheria. I capi sono stati messi a disposizione, con entusiasmo, da molte socie Auser e da varie loro amiche.
E’ stato, poi, necessario trovare le modelle, la cui taglia corrispondesse a quella degli indumenti, atteso che gli stessi, trascorsi nel frattempo alcuni o vari decenni, stavano un po’ stretti alle loro proprietarie. Quanti sospiri, pieni di rimpianto per una linea più sinuosa! Poi è stata decisa la presentazione, che seguiva una traccia precisa: dalla lingerie da notte e da giorno, al tailleur passepartout per svariate occasioni, all’abito elegante da pomeriggio sino all’abito da sera e a quello da sposa. Sono seguite le prove della sfilata, con grande impegno nel trasportare gli abiti, aiutare le modelle a cambiarsi e, da parte di queste, nel percorrere con la dovuta “falcata” la passerella che il Circolo aveva appositamente predisposto.
La sera del 7 novembre, con un adeguato e suggestivo accompagnamento musicale di sottofondo, ha avuto inizio la manifestazione, preceduta da un fuori programma costituito da biancheria da notte degli anni ’30-’40, ricordo dei corredi delle nostre nonne, con capi realizzati in solida tela di lino o di cotone, ma con vezzi, legati all’uso, nel taglio o nel ricamo. Nulla di paragonabile alla lingerie successiva, in seta o in raso, morbida, avvolgente, arricchita da pizzi e intriganti trasparenze, confezionata o acquistata in previsione della prima notte di nozze e della luna di miele, nonché di altre “speciali” occasioni coniugali. Anche le sottovesti, ormai desuete e invece irrinunciabile complemento d’abbigliamento nei decenni in mostra, oltre al loro uso quotidiano avevano anche un carico di seduzione, come evidenziato dai capi esibiti.
Gli abiti o i tailleurs che sono sfilati, accanto a quelli più tradizionali da “signore o signorine bene”, comprendevano minigonne, vera rivoluzione del costume, indossate e un po’ esibite a suo tempo come dimostrazione di emancipazione femminile, e capi in stile country, o in altri casi ricchi di decorazioni sia floreali, sia psichedeliche, testimonianza di quel movimento, i “Figli dei fiori”, di cui ancora riecheggiano alcuni slogan: “Mettete dei fiori nei vostri cannoni”, “Fate l’amore, non la guerra”.
Non sono mancate in alcuni abiti le fantasie ispirate a quelle di Emilio Pucci e in altri i motivi derivati dall’“Optical art”.
In passerella pure i primi pantaloni da donna.
Sono seguiti gli abiti da sera: corti o lunghi, caratterizzati da un ampio uso del lamé e del lurex, talora sbarazzini ma sempre eleganti, oppure raffinati, spesso sontuosi tuttora conservano l’eco dei veglioni di Capodanno o di Carnevale, o di feste assai ambite, quale quella organizzata dall’Aviazione militare.
Grande successo hanno riscosso gli abiti da sposa, un vero trionfo, corti o lunghi, in tulle, chiffon, organza, pizzo, tessuti operati o arricchiti da applicazioni, senza dimenticare un delizioso manteau in macramè.
Graziosissime bambine, perfette indossatrici, hanno attestato quanto curata fosse anche la moda infantile, così come un impeccabile signore ha fatto rivivere tutto il fascino dell’abito scuro da cerimonia.
Chi scrive ha usato un tono un po’ scherzoso, poiché questo intendeva essere lo spirito della serata. Essa ha, comunque, confermato alcuni dati inequivocabili: come la moda sia una straordinaria testimonianza del costume economico e sociale, nonché delle vicende storiche e artistiche proprie del periodo in cui viene creata. Nel contempo, i vari capi, sia che fossero
confezionate da sarte, spesso affettuosamente definite “sartine”, sia da catene industriali , che nei decenni in mostra cominciavano ad operare sul mercato (quali Luisa Spagnoli, Marzotto), attestano la straordinaria creatività e versatilità italiane, qualità di cui dobbiamo essere giustamente orgogliosi.
Flavia Bugani
AUSER ringrazia di cuore quante hanno messo a disposizione i propri abiti, i collaboratori che hanno reso possibile questa serata e le bravissime signore che, rivelando un vero talento, sono sfilate in passerella.